desirèe pucci
fiori scolpiti
fiori scolpiti
Desirèe Pucci
Pietrasanta, 1994
La mia passione per la scultura nasce, senza alcun dubbio, durante l’ultimo anno del mio percorso di studi presso il liceo artistico di Pietrasanta, indirizzo decorazione plastica. È lì che sono che sono entrata in contatto con il Munari, che mi ha decisamente segnata, ed è lì che il marmo mi ha scelta. Mi affascinava il pensiero di trasmettere grazia e leggerezza a partire dalla rigidità e pesantezza di un blocco di marmo. Un contrasto incantevole, oserei dire sublime. Terminata la scuola, ho deciso di coltivare questa mia “vocazione”, trovando la mia dimensione all’interno di una famiglia in cui l’arte è sempre stata protagonista. Le mie prime opere floreali hanno rappresentato per me una sfida: seppur autodidatta, ero decisa a raggiungere l’estrema eleganza e raffinatezza che ritrovato solo nei bassorilievi di Thorvaldsens, e i fiori mi sono sembrati il soggetto ideale per intraprendere questa fase sperimentale. Ho studiato ed esaminato le opere neoclassiche, la morbidezza e lo studio del contrasto tra luce e ombra del già citato Thorvaldsens, di Canova e del conterraneo Guadagnucci.
WORK IN PROGRESS
Poi, ho sentito il bisogno di un cambiamento, e di vivere a pieno una fase evolutiva che mi spingeva oltre il mero aspetto estetico, e che raccontasse ciò che sentivo nel profondo.
La texture che caratterizza le mie opere non è una banale imitazione della corteccia, bensì una rivisitazione, una rielaborazione che ricorda le impronte digitali, quasi a prefigurare la fusione tra il mondo umano e la natura. Inoltre, i miei tronchi vuoti raccontano la forza creatrice e distruttrice della natura. Adoro perdermi nelle selve, sfiorare i nodi ei buchi in cui l’occhio e l’anima si perdono. Amo accostare alle sculture basi di roccia delle nostre montagne per fondere concetto e materia.
“I miei obiettivi futuri? Introdurre nelle mie creazioni le radici, elemento profondo che indica l’essenza dell’esistenza, l’attaccamento alle origini, l’inizio del tutto.
Amo il marmo, lo sento il mio elemento, e curo tutte le fasi della sua lavorazione, dallo sbozzo alla ricerca del dettaglio. Solo con la cura del dettaglio sento di aver portato a compimento la mia creazione, non per imitare la natura, ma per il senso di unione misto a una condivisione che sento con essa.”