Il progetto

tra acqua e cortili. 

Dai cortili frattali a Còr

Còr è lo spazio palpitante. Nel cuore della valdobbiadene, un paese che svela, intatte, le sue meraviglie. Che apre il suo centro fatto di spazi privati permeabili all’uso pubblico. Còr è un sogno di battiti e dibattiti sul futuro e sull’abitabilità dei piccoli borghi. Còr sono i cortili e gli abitanti di Fratta che invitano a toccare con mano quello che vogliono diventare.

Il concept

Ogni spazio insediato ha in sé le risorse per la propria sopravvivenza. Le dinamiche sociali, storiche, culturali che hanno generato le stratificazioni su cui si legge il costruito mantengono tutti gli elementi su cui fare leva per invertire le dinamiche che sembrano minarne la tenuta. Non si tratta quindi di importare soluzioni o applicare modelli che sono risultati vincenti altrove, ma di adottare una postura contemporanea di dialogo col passato e con le tattiche con cui chi ci ha preceduto si è adattato alle determinanti geografiche. In questo caso, prima di tutto, con l’acqua. 

L’approccio a Fratta si basa quindi sulla valorizzazione degli elementi intrinseci al modello insediativo: la conversazione tra i flussi e riflussi, tra il movimento dinamico di attraversamento e le pause del riposo. Fratta si sviluppa lungo il fondovalle, in un punto a ridosso del sistema di specchi d’acqua che ne caratterizzano il paesaggio, e si presenta come un sistema costruito compatto intervallato da aperture e slarghi che danno il ritmo alle diverse funzioni un tempo insediate. 

È proprio sul ripensamento generale di questa idea peculiare di spazio ibrido e fluido, dove la sfera del privato, con le pertinenze delle residenze e delle botteghe, si fonde con quella del pubblico nei cortili, che viene imperniata la strategia di potenziamento delle infrastrutture culturali, con una sistemazione dell’area del sagrato della Chiesa, piattaforma di incontro e unica vera piazza del sistema Fratta, e dell’area parcheggio, indispensabile per consentirne la fruizione esclusivamente pedonale. 

Una fruizione che non viene immaginata come museificata o, peggio, gentrificata a causa dell’innalzamento delle rendite derivante dalla rigenerazione estetica. Al contrario, come misura per contenere e possibilmente invertire la dinamica di spopolamento, il progetto  immagina la fruizione dello spazio come fortemente sostenuta dall’attrazione di nuovi cittadini, a partire da un primo piccolo nucleo di alloggi di edilizia convenzionata che costituiranno il cuore pulsante e vivo della restituzione del nucleo di Fratta alla sua originaria vitalità.

Una vitalità basata quindi non sull’idea ‘turistica’ di borgo ma come spazio vivo, di cui il tematismo dei cortili liquidi è il vero asse portante. Questi spazi risultanti dalla dinamica costruttiva stratificata nei secoli sono oggi un segno che dialoga visivamente e funzionalmente con l’acqua: luoghi della sosta e della pausa, della conversazione e della produzione di cultura nel senso più profondo del termine. Negli spazi cortilivi ‘di terra’  il progetto prevede un potenziamento della rassegna Cortili dell’Arte e la rigenerazione di un luogo di socialità storica – l’antico Centro Sociale – per la sua destinazione a spazio espositivo e di promozione dell’eccellenza enologica del territorio, il Prosecco. E aggiunge uno spazio cortilivo ‘d’acqua’, mediante l’installazione di un’infrastruttura che funge da affaccio e connessione tra l’abitato e il lago. 

Un pontile di segno architettonico contemporaneo e attento al dialogo col paesaggio, che ricuce la vita insediata con quella produttiva, restituendo a villeggianti, frequentatori e cittadini (vecchi e nuovi) il senso idro-genetico originario del borgo. Un luogo che attraversa gli elementi e ci si fonde, abilitando una fruizione ‘aumentata’ del paesaggio e creando una vera e propria protesi per le attività che dalla terra si estendono all’acqua, completando l’anello ciclopedonale che circonda il lago.